Sei video esplorano la vita dei disabili visivi.
La sezione torinese dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI) lancia la campagna di informazione “Vediamoci chiaro”: 1 spot + 5 interviste video affrontano in modo sintetico ma puntuale alcuni aspetti legati alla vita dei disabili visivi, dalla mobilità al lavoro, dal dibattito sui falsi invalidi alle sfide della quotidianità. Il progetto nasce da vari obiettivi: stimolare una riflessione condivisa, che coinvolga ciechi e vedenti, ma anche sfatare qualche luogo comune e richiamare l’attenzione su problematiche poco conosciute.
Oggi pubblichiamo i primi due video, lo spot di presentazione e l’intervista sul tema della Mobilità. Le successive interviste saranno caricate con cadenza quindicinale.
Spot promozionale “Difendiamo la mobilità accessibile”
Campagna informativa “Vediamoci chiaro” – Mobilità Inaccessibile
Cronaca di una sfida: il quotidiano che non sta sui quotidiani
“Il cane che morde il padrone non fa notizia. Il padrone che morde il cane sì”. Vecchia massima da reporter consumati. Vecchia storia, ben nota a chi scrive i giornali come a chi li legge: con la vita di tutti i giorni non si fa notizia. E’ vero: per sua stessa natura il mondo dell’informazione ha bisogno di stimoli forti, di novità, di fatti che si distinguano dall’opacità quotidiana. Solo che, in certi casi, a forza di dar la caccia all’insolito e all’eccezionale, si rischia di chiudere gli occhi sulla realtà “vera”. Ne sanno qualcosa le persone cieche, che spesso sperimentano sulla propria pelle una serie di “trappole comunicative”.
Trappola numero uno: i “truffaldini”
Molte volte negli ultimi anni, in un clima da caccia alle streghe, abbiamo assistito alla spettacolarizzazione delle truffe. Protagonisti i cosiddetti “falsi invalidi”. Non passa settimana senza che qualche testata locale o nazionale punti il dito contro i finti ciechi, quelli che rubano, quelli che approfittano. Il fenomeno purtroppo è reale (ed è nell’interesse di tutti combatterlo). In molti casi però l’informazione tende ad amplificarlo e a distorcerlo, fornendo indicazioni non corrette, dati equivoci quando non palesemente falsati. Così, sull’onda della grave crisi economica di questi anni, si crea un atteggiamento di rabbia collettiva, che finisce per ripercuotersi, con conseguenze gravi, anche sui disabili visivi “autentici”. «Si dichiarava cieco, ma spazzava tranquillamente il balcone». «Percepiva l’indennità di accompagnamento ma usava uno smartphone». Titoli del genere sono comparsi e tuttora compaiono su alcune testate giornalistiche, dalla carta stampata al web, dalla radio alla tv. E tutti riflettono una percezione semplicista e riduttiva della disabilità. Come se un cieco, quando si trova in luoghi che conosce, non potesse avere il senso della spazialità o usare strumenti tecnologici (oggi resi sempre più accessibili da applicazioni e ausili specializzati).
Trappola numero due: i “superman”
Sul versante opposto, sempre più spesso, l’informazione tende a raccontare ed esaltare le grandi potenzialità dei non vedenti (e questo, in sé, è senz’altro un bene, specialmente quando si sottolineano la caparbietà e l’impegno necessari per raggiungere risultati ambiziosi). Fanno notizia i ciechi che vincono le paralimpiadi, quelli che riescono a sciare, nuotare, andare in barca a vela, praticare sport che fino a pochi anni fa si consideravano inaccessibili. Tanto che qualcuno potrebbe chiedersi: «ma allora i ciechi che bisogno hanno di aiuto?». Anche in questi casi servono chiarezza e obiettività. Per chi non vede le sfide sportive, così come tante altre esperienze di vita, sono obiettivi possibili, ma per raggiungerli serve la costante collaborazione di persone vedenti. E non tutto è accessibile a tutti. Inoltre, ricordiamolo sempre, le azioni apparentemente più banali sono in realtà le più problematiche e pericolose. Il cieco che, guidato dall’istruttore, percorre con relativa disinvoltura una pista da sci, si può trovare in estrema difficoltà se deve, da solo, attraversare una strada.
La nostra risposta
In mezzo a questi approcci un po’ estremi, l’esperienza dimostra che la maggior parte dei cittadini non ha la minima idea di come si svolga, nel concreto, la vita di una persona cieca.
Per questo l’UICI Torino ha deciso di lanciare la campagna “Vediamoci chiaro”. Si tratta di una serie di brevi video (circa 2 minuti ciascuno): uno spot iniziale (incentrato sul tema della mobilità) e cinque interviste condotte ad altrettante persone non vedenti. Senza pretendere di essere esaustiva o di avere la verità in tasca, la campagna vuole richiamare l’attenzione sulla vita reale di chi non vede, partendo proprio dalle esperienze del quotidiano. E’ uno spunto di riflessione che usa YouTube, strumento visivo per eccellenza, e in un certo senso cerca di “sfidare” la società dell’immagine. E’ una proposta rivolta a tutti: professionisti dell’informazione, istituzioni, ma anche privati cittadini. Insomma, chiunque abbia voglia di approfondire insieme a noi questi temi è il benvenuto.
Stereotipi (vecchi e nuovi)? No, grazie
Per secoli la letteratura, l’arte e il sentire collettivo ci hanno tramandato l’immagine pietista e paternalista del “povero cieco”, avulso dalla società, costretto a chiedere l’elemosina sui gradini delle chiese o, nella migliore delle ipotesi, rinchiuso per tutta la vita tra le mura di un istituto. Negli ultimi cento anni (soprattutto a partire dal secondo dopoguerra) sono stati fatti enormi passi in avanti. Oggi, grazie a una diversa cultura e a strumenti sempre nuovi, i disabili visivi hanno grandi possibilità di integrarsi nel tessuto sociale: studiano, lavorano (a volte con risultati eccellenti), si sperimentano in attività un tempo impensabili, riescono più facilmente a costruirsi una rete affettiva e una vita relazionale soddisfacente. Sono conquiste preziose, ottenute con sforzo e grande impegno. Conquiste che a volte rischiano di essere travisate (più o meno in buona fede), qualche volta strumentalizzate. Negli ultimi anni, anche in contesti istituzionali, è capitato a varie persone non vedenti di sentirsi dire: «I ciechi hanno buone gambe: che se ne fanno del trasporto accessibile?». «I ciechi possono lavorare: che se ne fanno dell’indennità di accompagnamento?». «La crisi c’è per tutti: che cosa pretendono i ciechi dallo Stato?». Al di là di ogni ideologia, va ricordato che, oggi come in passato, la vita di chi non vede è dura e piena di ostacoli. Ecco perché è importante “vederci chiaro”. Serve una cronaca attenta, libera da preconcetti, vecchi o nuovi che siano. Soprattutto in tempi economicamente difficili, se ai non vedenti verrà tolto anche quel minimo di certezze acquisite dopo anni di lotte e fatiche, la loro vita farà un brusco salto indietro. E le conseguenze non tarderanno a farsi sentire.
I video: una produzione Tekla Tv (www.tekla.tv)
Regia e immagini a cura di Davide Valle
Ufficio Stampa UICI Torino:
Lorenzo Montanaro: ufficio.stampa@uictorino.it