Il Governo sembra mantenere gli impegni assunti sull’indennità

La Presidenza nazionale dirama una circolare per annunciare che l’indennità di accompagnamento è salva.

Cari amici,
Fand e Fish sono state convocate mercoledì 20 alle ore 10,30 presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per essere informate sul contenuto della bozza del decreto-legge applicativo dell’art.5 della legge Salva Italia, che tanto ci ha fatto soffrire in questi ultimi mesi per la minaccia di sottoporre l’indennità di accompagnamento ad un tetto di reddito.

Come è noto il famigerato art.5 prevede la riforma dell’ISEE, lo strumento fondamentale per il calcolo reddituale utile per accedere alle prestazioni assistenziali.

La notizia che da tempo tutti noi aspettavamo finalmente è arrivata: il campo di applicazione dell’ISEE non riguarda l’indennità di accompagnamento, che rimane concessa al titolo della minorazione, l’ISEE infatti si applica solo alle prestazioni sociali agevolate (Assegno di maternità, Assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli, Carta Acquisti).

Purtroppo non siamo riusciti ad ottenere che l’indennità e le altre prestazioni economiche non entrassero a fare parte delle voci che servono a stabilire il reddito familiare. Tuttavia per addolcire la pillola sono state previste per le famiglie nelle quali è presente un disabile delle particolari agevolazioni.

L’art. 4, del DPCM che rimane la norma fondamentale per il calcolo reddituale, al comma 2, lett. f), continua a comprendere i trattamenti assistenziali a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche.

Peraltro, il successivo comma 3 prevede che dal reddito individuale debba essere sottratto fino ad un massimo di 6.000 euro per le spese sanitarie per disabili, le spese per l’acquisto di cani guida e le spese mediche e di assistenza specifica per disabili. Inoltre, il comma 4 prevede una sottrazione dal reddito complessivo di alcune spese o franchigie, tra le quali si segnalano come novità le seguenti:

  • una franchigia di 3.500,00 euro se nel nucleo familiare ci siano persone con disabilità media per ciascuna di esse;
  • una franchigia di 5.000,00 euro se nel nucleo ci siano persone con disabilità grave o non autosufficienti per ciascuna di esse;
  • una ulteriore franchigia di 5.000,00 euro per ciascuna persona non autosufficiente relativa alla spesa sostenuta per collaboratori domestici e addetti all’assistenza personale (nel caso di ricovero la franchigia sarà pari all’ammontare della retta versata alla struttura residenziale che ospita l’interessato).

Il decreto esclude tra i disabili medi, nonostante la percentuale di invalidità di riferimento parta dal 67 per cento, gli ipovedenti gravi la cui invalidità arriva fino all’80 per cento. Ho fatto presente l’errore ed ho ricevuto l’assicurazione che sarebbe stato corretto.

Carissimi, non mi sembra il caso di illustrare ulteriormente il contenuto del decreto, che oltre ad essere lungo è anche complesso. Ad ogni buon conto lo allego alla presente, con la speranza che qualcuno particolarmente competente abbia voglia di esaminarlo e di farci pervenire suggerimenti ed osservazioni da utilizzare in occasione della discussione parlamentare, durante la quale il Governo dovrà acquisire i pareri delle Commissioni competenti per materia.

Domani si riunirà la FAND per valutare se è il caso o meno di presentare d’intesa con la FISH emendamenti migliorativi del testo. Pur non avendo motivo di fare salti di gioia, ritengo di potere affermare tranquillamente che poteva andare peggio. Ogni risultato va valutato nel contesto e l’attuale a dir poco è drammatico.

Cordiali saluti.

Il Presidente Nazionale
Prof. Tommaso Daniele

Vai al contenuto