Libri digitali: un mondo di possibilità

Piccola guida alla lettura, con i consigli della Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili).

I libri digitali, o e-book, sono una risorsa straordinaria per le persone con disabilità visiva. Se strutturati in maniera corretta, garantiscono un livello di accessibilità assoluto: sono compatibili con le sintesi vocali, con i supporti braille e con i sistemi di ingrandimento usati dagli ipovedenti. Inoltre sono molto versatili e, grazie ai dispositivi mobili (smartphone o tablet), possono essere letti in qualsiasi luogo e contesto: quindi non solo stando seduti al computer, ma anche in poltrona, in spiaggia o al parco.

Di tutto questo si è parlato durante un laboratorio organizzato dalla Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili), in collaborazione con UICI Torino, all’interno del progetto Lettori Attivi, finanziato dal Fondo di Beneficenza di Intesa SanPaolo. Per un’intera giornata, i formatori Alessio Lenzi (responsabile comitato informatico della nostra sezione provinciale) e Antonino Cotroneo hanno guidato gli oltre venti partecipanti alla scoperta degli e-books, tra teoria ed esercitazioni pratiche.

Il laboratorio si inserisce in un ampio programma di iniziative. Da anni, infatti, la Fondazione LIA lavora per sensibilizzare gli editori e fare in modo che i libri digitali siano accessibili fin dalla loro nascita, senza bisogno di interventi successivi. E’ un cambiamento culturale e produttivo non banale, ma molte case editrici (a cominciare da quelle maggiori) hanno aderito al progetto. Attualmente il catalogo messo a disposizione dalla fondazione conta oltre 20mila titoli. L’elenco completo è disponibile all’indirizzo https://catalogo.fondazionelia.org).

La storia dei libri digitali inizia intorno alla metà degli anni ’80. Tra i primi esperimenti vi erano i semplici formati di testo (.txt). Questi documenti hanno segnato un decisivo punto di svolta, ma erano ancora piuttosto rudimentali, poiché consentivano uno scarso livello di organizzazione dello scritto (ad esempio, per chi usava le tecnologie assistive, risultava pressoché impossibile marcare le differenza tra titolo e corpo del testo, consultare un indice e svolgere altre operazioni fondamentali nel processo di lettura).

I formati di Microsoft Word (.doc e affini, come .rtf) senza dubbio consentono un diverso grado di formattazione del testo, ma hanno altri limiti. Innanzi tutto stiamo parlando di formati proprietari (non aperti a tutti): in sostanza i documenti possono essere letti solo da chi abbia acquistato il programma messo in commercio da Microsoft. Inoltre non va dimenticato che Word nasce come sistema di videoscrittura: ciò significa che i testi possono essere modificati a piacimento da chi li legge, il che, ovviamente, nel caso di un prodotto editoriale non è accettabile.

Questi problemi possono essere facilmente evitati usando il formato Pdf, che è nato proprio come strumento “portabile” (leggibile da tutti attraverso il programma gratuito Adobe Rader) e che impedisce al lettore di intervenire sul testo. Se formattato in maniera corretta (cioè attribuendo a ogni elemento una posizione nell’ambito della struttura complessiva) il formato Pdf (a meno che si tratti di un Pdf immagine) offre buone possibilità di navigazione con gli screen reader. Ci sono invece problemi per le persone ipovedenti, poiché, ingrandendo il testo, questo non si adatta alle dimensioni dello schermo, ma costringe a continui e fastidiosi movimenti per “inquadrare” la porzione di riga desiderata.

Il formato in assoluto migliore a livello di accessibilità è Epub, quello oggi più comunemente usato nella produzione di e-book. E’ un formato “liquido”: il testo rimane invariato nel contenuto, ma può essere modificato nella sua forma esteriore: dimensioni (che, proprio come un elemento fluido, prendono la forma del contenitore, ovvero dello schermo sul quale si sta leggendo), tipo di carattere, disposizione nella pagina, interlinea e molti altri parametri. A chi usa la sintesi vocale o il display braille è assicurata una buona lettura. Gli Epub di ultima generazione permettono anche un’integrazione fra testo e materiali extratestuali, come file audio o altri prodotti multimediali.

In materia di diritto d’autore, i libri digitali possono essere soggetti a diversi livelli di protezione, detti Drm o sistemi anticopia. Il Drm più adatto alle persone con disabilità visiva è quello “social”, che implica un livello di protezione piuttosto “leggero”: il libro viene marcato con alcune informazioni dell’acquirente (nome, indirizzo, e-mail), il che dovrebbe prevenire usi illeciti, ma l’e-book può essere letto su qualunque dispositivo, senza limiti al suo trasferimento. Altri Drm, come quello Adobe, sono un po’ più restrittivi: è necessario possedere un codice identificativo e il libro può essere letto solo su un numero limitato di supporti.

In conclusione va osservato che, per chi non vede o vede poco, si possono ottenere buoni livelli di lettura, tanto sui dispositivi Apple quanto sugli Android. Di sicuro i prodotti “della mela” hanno una tradizione di accessibilità più lunga e consolidata, il che li rende per molti aspetti più affidabili, ma anche Google sta cercando di tenere il passo e negli ultimi anni vanno registrati decisivi progressi. Con entrambi i sistemi operativi è possibile leggere usando la sintesi vocale (VoiceOver o Talkback) e sistemi di ingrandimento come lo zoom. Le possibilità di personalizzare la lettura possono variare da applicazione ad applicazione: tra quelle più comuni e versatili si segnalano Libri e SoloEpub per i dispositivi Apple, Google Play Libri e Bookari per gli Android.

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