Mobilità: un po’ di chiarezza

Il presidente Salatino risponde agli attacchi di liste e siti internet. “Non difendiamo il taxi a spada tratta, né tanto meno mettiamo in discussione il merito dei ciechi che si muovono da soli. Però alcuni presidi devono essere garantiti”.

Cari Soci,
come sapete, recentemente siamo dovuti scendere in piazza e manifestare contro i tagli al trasporto pubblico integrato, conosciuto da tutti come “servizio con buoni taxi“, e per difendere il sacrosanto diritto alla mobilità accessibile e (per quanto ci è possibile) in autonomia. In questa occasione la prassi vuole che venga diramato un comunicato stampa che, per quanto accurato possibile, non può certo trattare in modo esaustivo e completo i problemi dei disabili visivi negli spostamenti in città, non solo con i mezzi pubblici. Il comunicato è stato ripreso dal Redattore Sociale, che per pubblicarlo l’ha rielaborato e ha dato particolare enfasi ad alcuni aspetti ma tralasciandone degli altri, ovviamente in assoluta buona fede.

Non sappiamo se in buona fede ha agito chi ha preso spunto da questo articolo per attaccarmi su liste e siti vari. Sono stato costretto, mio malgrado, a intervenire in un forum con una lettera che spiega le mie posizioni e i miei pensieri sulla mobilità dei ciechi assoluti. Ho dovuto farlo sia per il ruolo che ricopro, sia per Voi, che siete le sole persone cui sento di dover render conto del mio operato.

Non penso che un cieco assoluto possa spostarsi in città esclusivamente utilizzando un taxi: alcuni riescono a muoversi da soli, e questo è un grande merito. Io personalmente non ci riesco. Ma a prescindere dal livello di autonomia di ciascuno di noi, ritengo che – a esclusione di alcuni, e su percorsi abituali – quando ci si trova a dover raggiungere una destinazione “nuova”, tutti noi abbiamo bisogno, chi più chi meno, di essere accompagnati.

Ovviamente puntiamo tantissimo sull’autonomia, che nella nostra sezione cerchiamo di far raggiungere attraverso corsi di bastone bianco erogati da personale qualificato: seguendo questi corsi servono ad apprendere le tecniche e acquisire dimestichezza negli spostamenti, soprattutto in zone più o meno conosciute e nei percorsi di routine. Ma, ripeto, non credo che tutti (forse alcuni, ma non tutti) i ciechi assoluti siano in grado di raggiungere qualsiasi luogo della città, e non credo che tutti coloro che hanno giudicato le mie parole si muovano sempre e solo in autonomia.

Il servizio con i buoni taxi era fondamentale per dare la certezza agli utenti di poter raggiungere qualsiasi destinazione e a costi contenuti, pertanto si trattava di un servizio unico nel suo genere, per alcuni quasi imprescindibile, ma non certo l’unico modo di muoversi sul territorio urbano. Resto comunque dell’avviso che un servizio di trasporto che ci conduca dalla porta del luogo di partenza a quella del luogo di arrivo – che il Comune può erogare con i taxi o, come accade per i disabili motori, con mezzi collettivi, o in alternativa con dei volontari – ci sembra un presidio da difendere al pari delle fermate accessibili, delle sintesi vocali, dei monitor a led in stazioni e mezzi pubblici, delle paline in braille, dei corsi di bastone bianco, dei semafori sonori, dei cani guida, dell’utilizzo di navigatori satellitari e di tutto ciò che può servire allo scopo. Si tratta di tanti mattoncini di pari dignità e importanza che, messi insieme, ci possono aiutare a erigere un muro in difesa della massima autonomia cui un cieco può ambire.

Leggi la risposta inviata dal presidente Salatino alla lista uicicongresso

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