Regolamento per il trasporto disabili

Il Consiglio comunale ha deliberato con effetto immediato il nuovo Regolamento.

E’ stato messo un punto fermo sul regolamento per il trasporto delle persone con disabilità, servizio predisposto ad integrazione del TPL, ovvero il Trasporto Pubblico Locale. In Sala Rossa infatti è terminata con la deliberazione ad effetto immediato la lunga gestazione del rinnovo del regolamento, portato avanti dall’Assessore alla Viabilità e ai Trasporti Claudio Lubatti tra mille polemiche e una – almeno per ora – manifestazione di protesta da parte delle associazioni di disabili torinesi, che hanno più di un motivo per essere delusi e arrabbiati.

Lubatti purtroppo si ostina a fregiarsi di un inesistente consenso da parte delle associazioni, lasciando intendere di aver trovato con le stesse l’intesa sulla revisione del regolamento. Impermeabile a qualsiasi tipo di critica, sia in Consiglio che in sede di IV Commissione Consiliare Permanente ha risposto sempre e solo alle osservazioni che gli davano modo di snocciolare i suoi dati sul risparmio e le sue tabelline, ricordando che non ci sono stati tagli al servizio dal momento che è stato confermato lo stesso stanziamento dello scorso anno, ovvero due milioni e trecentomila euro.

Ha tirato dritto di fronte all’osservazione di Silvio Magliano, vice presidente vicario del Consiglio, il quale faceva notare a Lubatti che far posto a 1.600 nuovi utenti chiedendo a tutti una pesante compartecipazione (testualmente: così sono capaci tutti!) alla spesa equivale a notevole ridimensionamento della stessa per il diritto alla mobilità dei disabili torinesi. Un diritto riconosciuto da tutti in Sala Rossa. Unica voce fuori dal coro, il consigliere Viale, per il quale il diritto a spostarsi in modo autonomo sul territorio cittadino rappresenterebbe una sorta di “lusso” da tassare, dal momento che in quasi tutti gli altri comuni italiani non vengono implementati servizi analoghi: tutto in piena sintonia – manco a dirlo – con il pensiero dell’Assessore, che ha pensato bene di introdurre la deliberazione proprio con questo demagogico concetto.

Il servizio di trasporto delle persone disabili è sì un fiore all’occhiello, ma non si tratta di una gentile concessione fine a se stessa: almeno per quanto riguarda il mondo dei ciechi assoluti torinesi, vale la pena ricordare che soprattutto grazie allo zelo del Settore Lavoro e della dirigenza della nostra sezione UICI di Torino, il problema “disoccupazione” non esiste, almeno per chi ha la volontà di intraprendere un’attività lavorativa. Un fatto da sottolineare, specie se rapportato al difficilissimo momento del Paese dal punto di vista occupazionale. Al punto che sono numerosissimi i casi di disabili visivi residenti in altre città italiane che scelgono di trasferirsi a Torino perché consapevoli di poter trovare sbocchi lavorativi.

Per fortuna ci ha pensato la consigliera Centillo a difendere la categoria dei ciechi sia in Consiglio che in Quarta Commissione, che presiede: grazie alla sapiente mediazione sua e di molti consiglieri – oltre, speriamo, a quello del Sindaco –  è stato predisposto un emendamento di Giunta che consente almeno ai ciechi assoluti lavoratori di poter contare su un servizio di trasporto collettivo sperimentale. A conferma dell’impegno del sindaco Fassino di rivedere la delibera e di valutare delle correzioni, anche su proposta delle associazioni, è stato presentato un altro emendamento e delle mozioni che hanno messo delle “pezze” ad un documento davvero troppo iniquo e castrante. Segnaliamo l’impegno del Movimento 5 Stelle, nelle persone dei consiglieri Bertola e Appendino, i quali hanno dimostrato, ritirando la propria mozione per firmarne una analoga della maggioranza, che di fronte a certi problemi si possono anche abbandonare le logiche di partito. Complimenti, anche per i numerosi e puntuali interventi mirati a sottolineare le storture della gestione del trasporto disabili.

Occorre dare atto a tutti i consiglieri comunali di aver preso più coscienza di quelli che sono i problemi dei disabili in genere, ma in particolare quelli dei “ciechi assoluti”, due parole che purtroppo non sono mai state pronunciate dall’Assessore Claudio Lubatti nei vari incontri, a causa di una più che evidente idiosincrasia dovuta, immaginiamo, alla fermezza delle associazioni UICI ed APRI nel difendere i diritti dei propri assistiti, arrivando ad annunciare il ricorso al TAR per evitare discriminazioni di sorta. E’ proprio questo il punto: Lubatti è riuscito a spaccare il fronte delle associazioni, facendo combattere loro una guerra tra poveri.

I disabili motori potranno contare ancora sul trasporto su mezzi attrezzati che costa alle casse comunali oltre venti euro a corsa, da moltiplicare per il numero di passeggeri presenti, dal momento che si tratta di corse collettive.

Ai ciechi assoluti, invece, nella stesura originaria del documento era stata riservata la sola possibilità di fruire dei taxi, servizio che d’ora in avanti sarà accessibile solo a fronte della presentazione dell’ISE, Indicatore della Situazione Economica individuale dell’utente. Ora almeno i ciechi lavoratori verranno in qualche modo tutelati, ma la nostra viva speranza è che il carattere sperimentale del nuovo regolamento porti da un lato all’inserimento di tutte le categorie di ciechi in una forma – qualsiasi essa sia – di trasporto, al fine di evitare una discriminazione nella discriminazione, e dall’altro di abbandonare il proposito delle fasce ISE. Lubatti si è detto preoccupato del flottante in circolazione, ovvero di tutti quei buoni attualmente in possesso degli utenti e inutilizzati, e che, se spesi, porterebbero a sforare il budget di oltre il 100%.

Vedremo se l’Assessore terrà in considerazione le statistiche del suo progetto, che sarebbe dovuto essere sperimentale per tutto il 2012 e invece in delibera siamo stati puniti con una sperimentazione fino a tutto il 2013: dimostreremo che gli utenti che non sfrutteranno i buoni (e i potenziali utenti che non richiederanno il servizio pur avendone i requisiti) saranno in numero molto maggiore di coloro che attualmente non spendono i buoni. Il motivo è semplice: con 9 euro – virtuali, dal momento che ogni buono costerà 1,50 euro all’utente all’atto del ritiro – di copertura massima da parte del Comune non si può sperare di fare tanta strada in taxi, a Torino.

Ringraziamo tutti i soci dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Torino per aver partecipato numerosissimi alla manifestazione di protesta del 5 aprile 2012 in piazza Palazzo di Città.

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