Sentenza incomprensibile, ma non ci fermiamo!

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Il TAR respinge il ricorso UICI sul servizio buoni taxi. E la protesta continua.

Una sentenza difficile da comprendere. Pur nel rispetto dei giudici e del loro operato, ci sembra che le nostre sacrosante rivendicazioni siano state travisate nel recente pronunciamento del TAR Piemonte, che ha respinto il ricorso presentato dalla nostra UICI Torino contro il nuovo Regolamento Comunale sul Trasporto Accessibile. Il provvedimento ha drasticamente stravolto il servizio buoni taxi per persone disabili, imponendoci costi economici e sociali elevati e introducendo inaccettabili disparità tra disabili visivi e disabili motori. Da qui la decisione del nostro Consiglio di Amministrazione di ricorrere al TAR: l’esito però è stato negativo.

I ciechi torinesi, dunque, continueranno a ricevere un’elemosina da parte del Comune. I giudici hanno legittimato l’operato dell’assessore Lubatti liquidando il ricorso con poche, lapidarie considerazioni.

La prima, sicuramente la più condivisibile, riguarda le casse dell’amministrazione comunale, che sono vuote. Va comunque osservato, a tal riguardo, che l’UICI Torino si è spesa in prima persona garantendo la disponibilità al sacrificio e presentando idee orientate al risparmio.

Ma è la seconda considerazione ad apparire molto meno comprensibile. Infatti non  risponde assolutamente all’istanza da noi presentata attraverso il ricorso: chiedere parità di trattamento tra ciechi assoluti e disabili motori gravi, i quali possono fruire di mezzi attrezzati al costo di un biglietto urbano dei mezzi pubblici.

Nella sentenza si legge testualmente che “l’applicazione del contributo ai soli disabili non motori che utilizzano il mezzo ordinario (art. 8, primo comma, del regolamento) non configura alcuna illogica discriminazione, ma è giustificata, oltre che dalla limitata disponibilità di risorse economiche, dal fatto che l’eventuale estensione dell’onere di compartecipazione ai disabili motori avrebbe concretamente inciso in misura maggiore sul diritto alla mobilità dei soggetti incapaci di accedere ai mezzi di trasporto pubblico”.

In buona sostanza, si può minare l’autonomia dei ciechi, ma non quella dei disabili motori che, per carità, hanno tutta la nostra solidarietà. Dalla sentenza traspare anche l’errata convinzione che i mezzi pubblici siano accessibili ai disabili visivi ma non a quelli fisici, questo nonostante sia stato ribadito in tutte le sedi possibili che un cieco assoluto può salire su qualsiasi mezzo pubblico, attrezzato o no, a patto che sia accompagnato.

C’è quindi una sostanziale differenza tra l’accessibilità richiamata dai giudici e la reale fruibilità che noi rivendichiamo. L’UICI Torino, insomma, non intende tirarsi indietro: continuerà, nelle sedi opportune (cominciando proprio dal Comune) a far sentire la sua voce, perché si arrivi a condizioni più eque e meno lesive dei diritti dei ciechi torinesi. Siamo sempre disponibili a trattare con l’amministrazione comunale, e cogliamo l’occasione per invitare pubblicamente il sindaco Fassino e l’assessore Lubatti a riceverci per dimostrare la propria sensibilità, trovando una soluzione dignitosa per garantire la mobilità e l’autonomia dei ciechi. Altrimenti saremo costretti a manifestare, anche a oltranza se necessario: non possiamo accettare di restare confinati in casa o spendere metà dello stipendio pur di non rinunciare al lavoro.

In caso di mancata soluzione della questione ci riserviamo la facoltà di impugnare la sentenza del TAR davanti al Consiglio di Stato.

Per il Consiglio UICI Torino
Il Presidente
Enzo TOMATIS

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