Trattativa sui buoni taxi – lettera aperta al Sindaco di Torino

Il presidente Tomatis scrive a Fassino per tutelare la posizionedei ciechi assoluti ed evitare discriminazioni.

Caro Sindaco,
con la presente vorremmo sottoporti alcune osservazioni sulla bozza del nuovo “Regolamento del servizio di trasporto destinato a persone assolutamente impedite all’accesso e alla salita sui mezzi pubblici di trasporto ed ai ciechi assoluti“.

Intanto notiamo con dispiacere come la bozza sia rimasta invariata, nonostante le tue rassicurazioni fornite alle associazioni durante la manifestazione (pacifica) del 5 aprile scorso: vogliamo sperare che si tratti di prassi, e che dette modificazioni verranno proposte/apportate in sede di IV Commissione Consiliare Permanente, che si riunirà il giorno giovedì 26 aprile per discutere della materia in oggetto e alla quale parteciperemo sicuramente anche noi.

Passando in rassegna il Regolamento, con il suo ISE e le relative fasce, ci piacerebbe sottolineare come l’equivoco sulla posizione della nostra associazione parta dal titolo, per essere mantenuto anche nel corpo del documento stesso. La condizione di cecità e ipovisione, di per sé, non comporta l’ ”assoluta impossibilità all’accesso e alla salita sui mezzi pubblici di trasporto”.

La nostra condizione viene infatti trattata a parte, sempre con riferimento al titolo: “ed ai ciechi assoluti”. Partendo da questo assunto, riteniamo di non essere diversi, migliori o peggiori di altri disabili. Riteniamo piuttosto che non ci sia la volontà di comprendere appieno la nostra situazione, poiché più volte abbiamo avanzato quelle che sono le nostre esigenze e le nostre perplessità nei confronti dell’atteggiamento tenuto dall’Assessore Lubatti e dall’Amministrazione in generale. Infatti nella trattazione dei punti del Regolamento, questa diversità di valutazione e classificazione diventa evidente:
punto 1): “… interventi volti a migliorare l’autonomia delle persone con disabilità…”, intendendo, supponiamo, la possibilità per i disabili di muoversi da soli sul territorio cittadino.
punto 2): “… soggetti con impedimento assoluto e permanente alla salita e discesa dai mezzi pubblici e a persone con cecità assoluta…”. Ai primi viene reso un servizio (sottopunto 2.a) con mezzo attrezzato, al costo ordinario del titolo di viaggio per i mezzi pubblici cittadini, tratta urbana. Ai secondi (sottopunto 2.b), invece, viene reso un servizio con mezzo ordinario (non attrezzato), che prevede una compartecipazione alla spesa da parte del soggetto che ne beneficia, calcolata sulla base della situazione economica individuale (ISE), come stabilito all’art. 8.

Intanto siamo d’accordo che se non ci sono fondi disponibili, gli utenti dei servizi possano e debbano compartecipare alla spesa. Ma questo deve valere per tutti, disabili motori e disabili visivi, o alternativamente per nessuno. Forse senza accorgervene, avete catalogato i disabili in
disabili di serie a) “servizio reso con mezzo attrezzato” e
disabili di serie b) “servizio reso con mezzo ordinario (non attrezzato)”.

Oltretutto nasce spontanea una domanda: chi rientra nelle due tipologie di mezzi? Ovviamente lasciando da parte per un attimo quanto disposto nel Regolamento riguardo alla Commissione per la valutazione dell’impedimento motorio e sensoriale, dato che ci riferiamo non ai singoli casi di specie, ma all’assegnazione di massima delle varie categorie. Anticipiamo l’obiezione che il taxi è un mezzo più esclusivo, se paragonato ad un pullmino dotato di pedane: intanto il taxi, da nuovo regolamento, comporterebbe un costo molto più alto del mezzo attrezzato, e poi a noi interessa poter andare da un punto A ad un punto B in autonomia, da soli.

Non abbiamo bisogno necessariamente di un taxi, tantomeno di un mezzo attrezzato: non ci sono accorgimenti di alcun tipo che possano permetterci di raggiungere in autonomia le fermate dei mezzi pubblici ordinari. E se avessimo la possibilità di essere sempre accompagnati, non staremmo qui ad avanzare pretese, poiché potremmo fruire gratuitamente del trasporto pubblico ordinario (bus, tram, metropolitana etc.).

Tutto ciò considerato, siamo a chiedere che ai ciechi assoluti torinesi venga riconosciuto lo stesso diritto alla mobilità (e agli stessi costi) che viene garantito nel tempo ai disabili motori, da attuarsi con i mezzi e i servizi che la Vostra Amministrazione riterrà più opportuni. Noi riteniamo che il servizio idoneo sia da individuare nel mezzo di trasporto collettivo, analogamente a quanto accade per i mezzi attrezzati. In caso contrario, i ciechi assoluti si vedranno costretti a fare un ricorso al TAR per la discriminazione di cui sono vittime.

Cordiali saluti

Il Presidente
Enzo Tomatis

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