Caro Fassino, meno male che sei progressista…”

Scatta l’applicazione del criterio ISE. E il vicepresidente UICI scrive al Sindaco di Torino.

Egr. Sindaco Fassino,
come senz’altro ricorderà, lo scorso 13 maggio (a seguito della manifestazione che ha portato in piazza centinaia di disabili contro il nuovo Regolamento Comunale sul trasporto accessibile) Lei si era impegnato in prima persona perché il diritto alla mobilità dei disabili torinesi non fosse calpestato e perché si potesse arrivare, in tempi ragionevoli, a condizioni più eque e meno discriminatorie. A distanza di due mesi, purtroppo, non solo non vi è stato alcun miglioramento, ma la situazione è, se possibile, ulteriormente peggiorata.

Oggi, lunedì 15 luglio, la delibera “incriminata” entra a pieno regime. Scatta cioè l’informatizzazione del servizio di trasporto accessibile, ma soprattutto entra in vigore il nuovo sistema che vincola l’erogazione dei buoni taxi ai parametri di reddito ISE. Naturalmente sapevamo che ciò sarebbe accaduto, che il “nuovo regime” (“nuovo” per modo di dire, visto che in realtà il risultato è un brusco ritorno agli anni ’70) sarebbe partito a luglio, ma non a queste condizioni. Evidentemente l’assessore Claudio Lubatti non ha ritenuto opportuno informare, neppure con una telegrafica comunicazione, nessuna delle associazioni interessate, né tantomeno il Tavolo di Consultazione. Consultazione, ha letto bene, e non il Tavolo di Concertazione che proprio Lei, egregio Sindaco, si era impegnato a costituire, contestualmente al procrastinamento di un mese affinché si portassero dei correttivi per venire incontro alle istanze delle associazioni. Pertanto non ci sembra corretto attuare integralmente il nuovo Regolamento senza aver preso quei provvedimenti indispensabili a tutelare almeno alcune categorie di ciechi particolarmente esposte: si tratta di buonsenso, se non proprio di sensibilità verso chi è meno fortunato. L’atteggiamento dell’Assessore Lubatti ci sembra quantomeno non coerente con quanto disposto dal Sindaco in persona, anche se a questo punto la Giunta, se non il Consiglio tutto, ci dovrà render conto di questa situazione, dal momento che l’Assessore dice di esser avallato da tutti, indistintamente.

L’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) ha più volte messo in luce quanto il nuovo Regolamento sia penalizzante per le persone disabili, in particolare per i lavoratori e gli studenti, categorie a rischio, colpite in due fasi fondamentali della vita per la costruzione di un presente e un futuro autonomo e dignitoso. Chi lavora, in particolare, rischia di spendere gran parte del proprio reddito per pagare il taxi con cui raggiungere il posto di lavoro: un evidente paradosso.
Dopo le pressioni delle associazioni e le critiche espresse a gran voce durante gli incontri del Tavolo di Consultazione (e ripetiamo, non Concertazione, poiché è evidente che di concertato non vi è proprio nulla), l’assessore Lubatti ha tentato di tamponare la situazione proponendo un piccolo correttivo alla delibera: aumentare la dotazione mensile di buoni taxi, passando cioè da 40-45 a 55 corse per i lavoratori, e da 25 a 40 per gli studenti. E’ una proposta che mi permetto di rispedire al mittente e che non esito a definire inaccettabile, dal momento che nasconde, dietro una parvenza di formale equità, tutta la sua inconsistenza. Stenderei un velo pietoso sulle quattro corse (diconsi quattro) da assegnare ai non lavoratori per la vita di relazione.
Se finora, infatti, il Comune  ha corrisposto una contribuzione di 7,50 € a buono/corsa, da oggi in avanti, con l’entrata in vigore del criterio ISE, ciascun disabile potrà contare su buoni dall’importo variabile, a seconda della fascia di reddito in cui è inserito. Ciò significa che il buono continuerà a essere di 7,50 € solo per la prima fascia, con ISE da zero a diecimila euro. Invece un disabile inserito in fascia ISE 3 (categoria in cui rientrano molti lavoratori, senza per questo poter essere definiti ricchi) riceverà dal Comune solo 3,50 € per ogni corsa e dovrà sborsare il resto di tasca propria. Un disabile di fascia ISE 4 riceverà appena 1,50 €.

Dieci, quindici corse in più a 1.50 €, quando un trasferimento casa/lavoro in taxi costa mediamente 15 euro, ma per alcuni utenti supera i 20: una simile proposta non può definirsi altrimenti che elemosina. Come risulterà evidente a chiunque sia dotato di un minimo di buon senso, il criterio ISE è di per sé iniquo. Per questo torno a chiedere con forza che venga abolito o mantenuto solo per le fasce di reddito più alte (al di sopra dei 40.000 € ISE). Svincolare almeno gli studenti e i lavoratori dai parametri di reddito sarebbe un primo passo decisivo. Infatti significherebbe garantire a queste due categorie un contributo di 7,50 € per ogni corsa, dotazione comunque insufficiente a coprire i costi del trasporto, ma sicuramente più equa rispetto a quella che entra in vigore oggi. A tale richiesta, però, l’assessore Lubatti si è sistematicamente opposto, affermando tra l’altro che per modificare le tabelle allegate alla delibera sarebbe necessario un nuovo passaggio in Consiglio Comunale: iter complesso e dalle tempistiche incerte. Ma se l’Assessore Lubatti ritiene di riscuotere un pieno consenso, non comprendiamo queste remore. Tanto più che a breve il governo rivedrà i criteri di calcolo degli indicatori ISE/ISEE, con condizioni peggiorative e più stringenti per quanto riguarda i disabili: a quel punto sarà inevitabile rivedere le fasce del nuovo Regolamento per il trasporto integrato. Dal canto nostro, non siamo assolutamente disposti a tornare indietro di trent’anni: qualche mese d’attesa per l’iter burocratico di una legge o un regolamento non ci spaventa di certo.

Mi domando come possa definirsi progressista una Giunta Comunale che decide di colpire i disabili con l’unico obiettivo di far cassa. Sì, perché questa delibera prende di mira davvero tutti: i più bisognosi di sostegno, ma anche coloro che, spesso dopo anni di sacrifici, sono faticosamente riusciti a mettere da parte due soldi per garantirsi un futuro decoroso. Va osservato al riguardo che per una persona disabile il soddisfacimento dei bisogni quotidiani, a cominciare dai più elementari, comporta costi elevati, a volte inimmaginabili per i cosiddetti normodotati. Meglio farebbe il Comune a tagliare altre voci di bilancio e restituire ai disabili ciò cui hanno diritto.

Ci tengo a ribadirlo, noi non stiamo assolutamente chiedendo il diritto al taxi, considerato nell’immaginario collettivo come un bene di lusso, quasi un privilegio da “auto blu”. Noi stiamo semplicemente difendendo il nostro diritto a spostarci in autonomia e sicurezza. Se il Comune ritiene che il taxi sia troppo costoso, si possono trovare molte altre soluzioni, dai pulmini attrezzati ai servizi di trasporto collettivo, senza trascurare la possibilità di accedere ai mezzi pubblici con un accompagnatore. Ben consapevoli della difficile situazione di crisi in cui si trova il Paese, abbiamo più volte suggerito strategie per evitare sprechi e aggiungere ulteriori risparmi ai tagli già consistenti operati finora (da notare che, fino a due anni fa, ogni buono taxi corrispondeva a 13,70 €, dunque aveva un valore quasi doppio rispetto a oggi). Insomma, siamo disponibili a fare sacrifici, però non accetteremo che un servizio nato per garantire la mobilità dei disabili venga completamente snaturato, ridotto a un semplice (peraltro irrisorio) contributo assistenziale.

A nome dell’UICI Torino desidero esprimere tutto il mio disappunto e la mia delusione per quanto sta accadendo in questi giorni, laddove invece, egregio Sindaco, il suo personale coinvolgimento e la sensibilità da Lei dimostrata lo scorso 13 maggio ci avevano fatto sperare in un orizzonte diverso, più equo e più rispettoso. Ora non ci resta che confidare nei giudici del Tar Piemonte, cui abbiamo fatto ricorso, dal momento che la delibera ha, tra i tanti difetti, quello di creare inaccettabili disparità fra le diverse categorie di disabili, in particolare tra disabili motori utenti dei mezzi attrezzati, e non vedenti. Questi ultimi vengono penalizzati.
Desidero comunque informarla che qualunque sia il responso del Tribunale e qualunque siano le prossime mosse del Comune, l’UICI Torino continuerà la sua battaglia e non si fermerà fino a quando i disabili torinesi non avranno ottenuto condizioni più dignitose e rispetto dei diritti.

Per i Soci UICI Torino
Il Vicepresidente
Giuseppe SALATINO

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