L’UICI Torino ricevuta in Prefettura

La nostra sezione fa la sua parte nella battaglia contro i tagli all’Unione. A rischio la sopravvivenza stessa dell’Associazione.

L’UICI Torino ha prontamente accolto l’appello della sede centrale. Come richiesto dal presidente nazionale Mario Barbuto, infatti, i dirigenti della nostra sezione hanno chiesto di incontrare il Prefetto di Torino (rappresentante del Governo sul territorio), per sottoporre la drammatica situazione in cui si trova la nostra associazione.

La Legge di Stabilità (in questi giorni in discussione in Parlamento) ha infatti ridotto dell’80% le risorse destinate all’UICI. Il taglio è pesantissimo e, se confermato, potrebbe compromettere la sopravvivenza stessa dell’Unione. In accoglimento della nostra richiesta, giovedì 4 dicembre una delegazione composta dal presidente Giuseppe Salatino, dal vicepresidente Oscar Franco e dal consigliere Francesco Fratta, che è anche consigliere nazionale, è stata ricevuta in Prefettura dalla dottoressa Brunella Favia del Gabinetto del Prefetto.

Facendo appello all’attenzione e alla sensibilità che i Prefetti di Torino hanno storicamente dimostrato nei confronti della nostra sezione, i delegati hanno sottolineato il rischio concreto di chiusura dell’UICI: la mancanza di fondi alla nostra associazione tradirebbe il patto di sussidiarietà tra stato e Unione che è alla base della “terziarizzazione” decisa dalle istituzioni in merito all’assistenza dei disabili visivi. Non solo: se lo Stato si dimenticasse dell’Unione, non sarebbero rispettati i diritti sanciti dalla Carta Sociale ratificata dall’Italia nel 1999 e dalla Convenzione Onu sui diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal nostro Paese nel 2009.

E’ stata inoltre evidenziata l’importanza della presenza dell’Unione sul territorio soprattutto a tutela delle persone più deboli, con particolare attenzione ai pluriminorati. Dal canto suo la dottoressa Favia ha dimostrato attenzione e disponibilità verso le richieste. L’UICI Torino, accanto alle sezioni di tutta Italia, prosegue il suo lavoro di sensibilizzazione e di impegno civile, confidando in un cambio di rotta (seppur in extremis) da parte del Governo centrale.

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