Semafori sonori: un incontro con il Comune di Torino

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Dalla nostra sezione richiesta di nuovi impianti, almeno in alcuni punti strategici.

I semafori sonori sono un aiuto prezioso per le persone cieche e ipovedenti. Purtroppo la loro diffusione a Torino è ancora piuttosto scarsa. Servirebbero nuovi impianti, soprattutto in alcuni punti strategici della città. Di questo si è parlato martedì 18 luglio, durante un incontro tra la nostra sezione e il Comune di Torino. Una delegazione UICI, composta dal presidente provinciale Franco Lepore e dal consigliere Giovanni Laiolo, è stata ricevuta dall’assessore ai trasporti Maria Lapietra e da alcuni architetti comunali.

Consapevoli di una situazione economica difficile, i rappresentati della nostra Unione hanno sottolineato alcune priorità: l’installazione di semafori sonori sarebbe quanto mai urgente in corso Vittorio Emanuele II angolo via Sacchi (all’altezza della Stazione di Porta Nuova), in corso Vittorio Emanuele II angolo Via Falcone (dove ha sede il Palagiustizia) e ancora nell’attraversamento di fronte all’ospedale Mauriziano. Sono tutti snodi importanti per la viabilità cittadina e punti di interesse per molti disabili visivi.

Purtroppo la risposta dell’Assessore non è stata molto confortante. Per l’anno in corso – ha osservato Maria Lapietra – non esistono risorse da destinare a questo capitolo di spesa. Qualche speranza in più potrebbe esserci per l’anno prossimo: la città infatti potrà contare su 1.600.000 Euro da destinare alla viabilità urbana e una parte di questi fondi potrebbe servire per l’acquisto di nuovi semafori sonori, così da coprire almeno le necessità più urgenti.

Durante l’incontro si è parlato anche di un’innovazione tecnologica, sempre legata agli attraversamenti. Il Politecnico di Torino, infatti, in collaborazione con la nostra sezione, sta sviluppando un’applicazione per telefoni che, in corrispondenza dei semafori, avverte quando scatta il verde e quindi permette di attraversare in sicurezza. Questa tecnologia, attualmente in fase di sperimentazione, si potrebbe applicare a tutti gli impianti (a cominciare da quelli non sonori già esistenti) e avrebbe costi abbastanza contenuti. Dunque, specie in tempi di ristrettezze economiche, potrebbe essere una soluzione praticabile. Tuttavia, come hanno sottolineato i nostri delegati, la risposta ottimale (e quindi preferibile) rimane quella dei semafori sonori tradizionali. L’assessore Lapietra si è detta molto interessata all’applicazione tecnologica e ha espresso il desiderio di approfondire la questione con nuovi incontri nei prossimi mesi.

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