Accessibilità test fisioterapia: qualcosa (forse) si muove

Accessibilità test fisioterapia: qualcosa (forse) si muove

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L’UICI incontra una delegazione dell’Università di Torino.

Quello del fisioterapista è un lavoro in cui le persone cieche hanno dimostrato di poter eccellere, raggiungendo elevati livelli di preparazione. Peccato che, nella stragrande maggioranza delle università italiane, i test di ingresso alla facoltà di fisioterapia non siano accessibili ai disabili visivi, cosa che tarpa le ali in partenza a qualsiasi ambizione professionale.

Da tempo la nostra associazione lavora per superare questo ostacolo. Più volte abbiamo sollecitato l’ateneo torinese a rendere accessibili i test e i corsi di laurea, offrendo la nostra collaborazione per risolvere le criticità tecniche. Il percorso sarà lungo, ma non ci fermeremo, anche perché in gioco c’è il futuro di tanti nostri ragazzi. Finalmente, forse, qualcosa si sta muovendo.

Mercoledì 8 novembre 2017, una delegazione UICI Torino (composta dal presidente Franco Lepore, dal responsabile settore istruzione Oscar Franco e dal responsabile comitato fisioterapisti Giovanni Laiolo) ha incontrato una rappresentanza dell’Università di Torino. Per l’ateneo erano presenti, su mandato del Rettore, la prof.ssa Marisa Pavone (delegata per la disabilità) e il prof. Giuseppe Massazza (presidente del Corso di Laurea in Fisioterapia).

I nostri delegati hanno chiesto di avviare i lavori per rendere accessibili non solo i test d’ingresso alla facoltà, ma anche i materiali didattici relativi ai corsi, predisponendo tavole tattili e modellini tridimensionali, ma usando anche le tecnologie assistive. Da parte dell’ateneo è arrivata una disponibilità di massima, purché, ovviamente, sia garantita la qualità della didattica. In particolare, dal prossimo anno accademico sarà garantita la piena accessibilità dei disabili visivi ai test d’ingresso attraverso l’eliminazione di tutte le domande basate esclusivamente su immagini. Inoltre si valuteranno tutti gli accorgimenti necessari per rendere accessibili i luoghi in cui si terrano le lezioni e i tirocini.

Leggermente piu complicata è la questione relativa al materiale didattico da utilizzare durante i corsi, ma anche sotto questo aspetto l’Università si è impegnata a ricercare soluzioni e strumenti che permettano ai giovani ciechi o ipovedenti di seguire i corsi in autonomia. Possiamo quindi affermare che l’Università ha deciso di raccogliere la sfida dell’UICI e ha chiesto di avvalersi della nostra esperienza e consulenza. «Tuttavia non faremo sconti a nessuno – ha osservato il prof. Massazza – Nostro compito è verificare la preparazione degli studenti, siano essi normodotati o disabili. Quindi dovremo verificare se i materiali equipollenti saranno effettivamente all’altezza del livello richiesto». Una posizione condivisibile.

A tal proposito i delegati UICI hanno ribadito che l’obiettivo dell’associazione non è quello di ottenere una riserva di posti per i non vedenti, ma semplicemente quello di mettere i disabili visivi nelle giuste condizioni, per consentire loro di confrontarsi alla pari con tutti gli altri. Oggi questa possibilità viene negata, benché il diritto allo studio sia garantito dalla Costituzione. All’inconro è intervenuta anche l’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), che, attraverso una lettera, ha ricordato come oggi la professione del fisioterapista sia pienamente praticabile dai ciechi, anche perché esistono tecnologie capaci di compensare la mancanza visiva. Gli strumenti, dunque, ci sono. Ora serve la volontà.

Gli incontri con l’Università di Torino proseguiranno nei prossimi mesi: non ci stancheremo di stimolare l’ateneo e di mettere in campo le nostre proposte, portando anche l’esempio di altre città italiane, come Firenze, dove i corsi di fisioterapia sono da tempo aperti a ciechi e ipovedenti.

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