Riportiamo a casa Ibrahim

Diffondiamo un appello maturato nell’ambito del Progetto Arcobaleno della nostra Unione Ciechi, insieme con l’associazione “I am intersectionalities and more” e con il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. Ibrahim, ragazzo di origini africane, ma cresciuto in Italia, non vedente, è stato spinto dalla propria famiglia a rientrare nel Paese d’origine e poi costretto a rimanere in una struttura per disabili, ufficialmente per essere aiutato in quanto persona cieca. In realtà, però, l’obiettivo era quello di indurre il ragazzo a cambiare il proprio orientamento sessuale, in una società di stampo tradizionalista, che non ammette e non accetta le diversità. Si tratta di un evidente caso di doppia discriminazione, davanti al quale non possiamo tacere.

Usando le sue conoscenze informatiche e aggirando il regime di sostanziale segregazione di cui era vittima, Ibrahim è riuscito a chiedere aiuto e ora, grazie anche all’intervento delle realtà italiane, vive in una realtà protetta, gestita da un collettivo LGBT del Paese in cui si trova. Si tratta certamente di un primo, prezioso risultato, ma l’obiettivo definitivo è quello di aiutare il ragazzo a rientrare in Italia: un’impresa non facile, considerando il fatto che i documenti gli sono stati sequestrati dalla famiglia. Per questo è ancora possibile sostenere la causa, anche attraverso una donazione economica.

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