Cibo e spesa a domicilio: dove, come, quando

I mesi dell’isolamento dovuto all’emergenza Covid-19 hanno acceso i riflettori su un’ampia offerta di applicazioni e siti internet che consentono di ricevere a domicilio cibo o altri prodotti essenziali. Indubbiamente, per le persone con disabilità visiva, questi servizi sono una risorsa preziosa, la cui utilità non è limitata al periodo di emergenza. Ecco perché il Comitato Informatico della nostra associazione ha deciso di organizzare un appuntamento specifico, dedicato agli strumenti per fare la spesa a distanza e per ordinare cibo dai ristoranti.

L’incontro, dal taglio sperimentale (visto che, per la prima volta nella storia della nostra sezione, si è svolto in teleconferenza, attraverso la piattaforma Zoom) ha incontrato un notevole successo: per quasi due ore i relatori Alessio Lenzi e Angelo Panzarea hanno dialogato a distanza con una ventina di soci, in un bel clima di condivisione, tra domande e scambi di esperienze. Ha partecipato anche una nostra iscritta che si è collegata dal Perù, un segno tangibile di quanto la tecnologia, se usata con intelligenza, possa contribuire ad abbattere barriere ed aprire orizzonti.

Ma veniamo, nello specifico, ai temi dell’incontro. Gli strumenti mostrati durante la conferenza sono accessibili sia da App per dispositivi mobili (con sistemi iOs e Android) sia da pc. Sono stati scelti tra le varie opzioni possibili perché presentano un livello medio-alto di compatibilità con gli screen reader. Scopriamoli più in dettaglio.

Just Eat

Just Eat è un servizio online di ordinazione e consegna pasti, che agisce da intermediario fra il ristoratore e il cliente. Fondato in Danimarca nel 2000, è diventato, col tempo, un colosso internazionale: attualmente è diffuso in 30 Paesi sparsi tra Europa, America, Asia e Oceania.

La piattaforma ha un funzionamento abbastanza intuitivo: una volta lanciata l’applicazione, è possibile accedere a liste di ristoranti, ordinate in funzione della vicinanza al luogo in cui ci si trova in quel momento: come molti altri servizi analoghi, Just Eat sfrutta il sistema di geolocalizzazione integrato nei dispositivi mobili. A chi invece accede da pc viene chiesto di digitare il proprio indirizzo. E’ anche possibile consultare offerte specifiche dedicate al cliente, ritrovare locali già scelti in precedenza e fare una ricerca per categorie (ad esempio, pizza, hamburger, cinese, giapponese, etc.). Dopo aver scelto il ristorante, si accede a una sorta di vetrina interna, con la consultazione del menù. Di solito i piatti proposti offrono un buon margine di personalizzazione: è possibile, ad esempio, aggiungere ulteriori ingredienti, segnalare specifiche allergie o fornire altre indicazioni sulle proprie preferenze. Concluso l’ordine, si passa alla schermata di riepilogo, quindi alla cassa, dove viene mostrato il prezzo finale, comprensivo dei costi di trasporto.

Poiché Just Eat funziona semplicemente da intermediario, esiste un’ampia variabilità, che dipende dalle scelte di ciascun ristorante. In genere si paga con carta di credito: quella inserita per il primo acquisto viene memorizzata dal sistema per le operazioni successive (naturalmente è sempre possibile cambiarla). Vi sono però anche locali che permettono il pagamento in contatti, al momento della consegna. Discorso analogo riguarda le tempistiche: di solito il cliente può scegliere se ricevere il cibo appena possibile, oppure in una specifica fascia oraria. Alcuni ristoranti accettano ordini in anticipo: quindi è possibile prenotare una consegna anche se il locale è ancora chiuso.

In generale Just Eat può essere un’ottima idea per chi voglia concedersi il piacere di un pasto preparato ad arte (magari con qualche piccolo sfizio), senza gli inconvenienti legati al doversi spostare per raggiungere locali poco conosciuti e magari poco accessibili (tanto più in questo tempo di pandemia). A proposito di misure anti-Covid, segnaliamo che è anche possibile chiedere ai fattorini di lasciare il cibo fuori dalla porta di casa, evitando ogni occasione di contatto e quindi di potenziale contagio.

Glovo

Rispetto a Just Eat, questa piattaforma nasce da presupposti diversi. Infatti non è limitata all’ambito culinario, ma, attraverso la sua rete di corrieri diffusi capillarmente, consente di acquistare, ritirare e consegnare prodotti di varia natura. Ad esempio possiamo chiedere a un fattorino di andare in farmacia al nostro posto e poi consegnarci i medicinali a casa, di andare in un negozio a ritirare un oggetto specifico, in un supermercato a fare la spesa o ancora di consegnare a qualcuno un pacco confezionato da noi. Nato in Spagna nel 2014, attualmente il servizio è diffuso in 26 Paesi e in oltre 200 città nel mondo.

Glovo accetta solo pagamenti con carta di credito. Aprendo l’App, si possono avviare ricerche partendo dalla posizione attuale, ma anche in base a un indirizzo preimpostato (ad esempio quello della propria abitazione). Nel caso si voglia ordinare cibo, anche Glovo offre un’ampia scelta di locali e ristoranti (divisi per categorie). Quanto alle modalità di consegna, vi sono diverse opzioni: prima possibile, oppure per fasce orarie (con relativi dettagli).

Il pregio di Glovo sta in un alto livello di personalizzazione del servizio: oltre alle sezioni predeterminate (spedizioni, farmacie, cibo, spesa) è presente lo spazio “di tutto di più” che consente al cliente di indicare richieste anche molto precise e dettagliate. Le possibilità di impiego per chi non vede o vede poco sono molteplici. Purtroppo va segnalata anche qualche pecca: ad esempio, la sezione dedicata alle recensioni non è accessibile agli screen reader.

Supermercato24

Ricevere la spesa a domicilio è tra le necessità che sono emerse con maggior forza durante i mesi del confinamento. La nostra associazione ha cercato di far fronte alle richieste attraverso la rete di volontari U.N.I.Vo.C., ma è bene sapere che esistono anche realtà specializzate, pronte a svolgere questo servizio, naturalmente prevedendo un costo aggiuntivo per la consegna a domicilio. E se, purtroppo, le App di molte catene di supermercati (come Coop o Esselunga) presentano livelli di accessibilità sconfortanti, esiste anche uno strumento abbastanza facile da usare per i ciechi e gli ipovedenti: si chiama Supermercato24. Questa piattaforma permette di fare la spesa on-line in diverse catene di supermercati.

Una volta lanciata la App, il cliente accede a un elenco di punti vendita presenti nella propria zona. Se il supermercato è convenzionato (come, fortunatamente, nella maggior parte dei casi a Torino e dintorni) non verranno applicate maggiorazioni rispetto ai prezzi del punto vendita. Se, invece, il supermercato non è convenzionato, è possibile che, acquistando da remoto, i prezzi siano leggermente più alti.

Dopo aver stabilito dove fare la spesa, l’acquirente scegli i prodotti navigando tra le varie categorie e sottocategorie e poi li inserisce in un carrello, proprio come avverrebbe con un acquisto fisico. Attraverso una serie di note testuali, è possibile fornire indicazioni, anche molto precise, allo shopper che farà la spesa e la porterà a casa. In caso di prodotto non trovato, si può dire in anticipo allo shopper come comportarsi: annullare l’acquisto di quel prodotto / telefonare al cliente per ricevere ulteriori indicazioni / scegliere in autonomia un prodotto analogo.

Quanto alle modalità di pagamento, sono previste diverse opzioni (compresa, almeno in certi casi, la possibilità di pagare all’atto della consegna). Terminato l’acquisto, si procede alla scelta della fascia oraria in cui si vuole ricevere la merce. Nelle settimane della quarantena le liste d’attesa erano molto lunghe (poteva capitare che il primo spazio disponibile fosse a distanza di due settimane). Ora, fortunatamente, con il parziale ritorno alla normalità, la situazione è molto migliorata e, nei casi migliori, è possibile ricevere la spesa già poche ore dopo l’ordine. Con la sua rete di shopper, spesso molto affidabili, Supermercato24 può risultare utile a chi non vede o vede poco.

Ascolta l’audio dell’incontro

Naturalmente questa rapida panoramica non pretende di essere esaustiva, ma solo di dare qualche suggerimento riguardo a strumenti molto diffusi e abbastanza accessibili. Da notare che l’incontro si è concentrato solo sull’acquisto di beni di prima necessità, senza trattare il tema, più ampio, del commercio on-line, che era già stato oggetto di un approfondimento specifico.

A questo link puoi ascoltare l’audio completo della conferenza.

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