Le soluzioni per dialogare a distanza (in tempi di emergenza, ma non solo)

Skype, Zoom, WhatsApp… In questo periodo di emergenza Covid-19, le soluzioni tecnologiche per dialogare a distanza sono diventate una priorità. Dovendo limitare i nostri spostamenti, tutti siamo alla ricerca di strumenti che ci permettano di mantenere i contatti con i nostri cari, ma anche di svolgere (seppur in modo diverso) alcune delle attività che facevano parte del nostro quotidiano: ad esempio seguire lezioni e corsi, partecipare a conferenze e incontri. Anche le persone meno abituate a usare la tecnologia devono fare di necessità virtù e cercare di aggiornarsi. Per questo abbiamo pensato di raccogliere qualche informazione utile e abbiamo chiesto ad Alessio Lenzi (responsabile del nostro comitato informatico) di aiutarci a fare una recensione di alcune tra le soluzioni disponibili, considerando anche gli aspetti di accessibilità per ciechi e ipovedenti. Quello che segue non pretende di essere un elenco esaustivo. Gli strumenti sul mercato sono davvero molti. Ci limitiamo (almeno per ora) a quelli più comuni e più alla portata dei privati (senza prendere in considerazione le tante soluzioni aziendali).

Skype. Lanciata nel 2003, Skype è stato il primo (e per molto tempo il più usato) tra i software per le chiamate digitali. Ve ne sono diverse versioni, ma (salvo necessità particolari) quella gratuita consente già un ottimo livello di fruizione. Per alcuni aspetti Skype risente un po’ della sua concezione “antica”, ma va detto che nel tempo ha saputo rinnovarsi e tuttora rimane una soluzione valida. Disponibile anche come App per dispositivi mobili, presenta un buon livello di accessibilità agli screen reader. Integra al suo interno anche un servizio di chat. Tra le novità più recenti c’è la possibilità di accedere a una conversazione semplicemente tramite un link condiviso, quindi senza bisogno di installare il programma sul proprio dispositivo e senza nemmeno dover effettuare la registrazione alla piattaforma.   

Zoom. Fondata nel 2011, è una piattaforma espressamente pensata per i servizi di teleconferenza, il che la rende ideale per gestire gruppi numerosi (le chiamate possono includere anche 200 partecipanti). Fino a qualche settimana fa, in Italia non era molto nota (almeno, non al grande pubblico), ma dall’inizio dell’emergenza Covid-19 il suo uso è letteralmente esploso. Che si tratti di una lezione scolastica, di un incontro lavorativo o magari di una rimpatriata virtuale tra vecchi amici, per molti di noi le interazioni attraverso Zoom sono diventate pressoché quotidiane (sia su pc che su dispositivi mobili). L’uso è abbastanza intuitivo e il livello di accessibilità elevato. Le teleconferenze prevedono il fatto che a gestire la chiamata sia un moderatore, il quale può anche invitare i partecipanti inviando loro un apposito link. Ci sono molte potenzialità interessanti. Tra queste segnaliamo la funzione “rise up hand” (che consente di “alzare la mano” proprio come in una vera aula) richiamando l’attenzione del moderatore e consentendo una gestione ordinata della videoconferenza. Molto interessante anche la possibilità di condividere con gli altri partecipanti il contenuto del proprio schermo (audio compreso, dettaglio molto utile per quando si fanno dimostrazioni riguardanti, ad esempio, il funzionamento degli screen reader). Oltre a tanti vantaggi, Zoom ha però anche alcuni limiti. Al momento non ne esiste una versione in italiano, cosa che può rappresentare una barriera per chi non conosce l’inglese. Inoltre, se per le chiamate individuali (due persone) non vi sono limiti di tempo, per le chiamate multiple la versione gratuita permette di mantenere aperta la conversazione per un massimo di 40 minuti. Dopodiché è necessario aprire una nuova videoconferenza, con un nuovo link. Questo problema si evita con la versione a pagamento, che ha un costo di 13 € mensili.

WhatsApp. Non dimentichiamo che anche WhatsApp ha integrato al suo interno un servizio di chiamate e videochiamate. E’ una soluzione molto basica (che funziona per piccoli gruppi, non certo per assemblee di grandi dimensioni), però ha il vantaggio di usare uno strumento diffuso capillarmente e ben noto a chiunque possegga uno smartphone (o quasi).

Chiamate multiple al telefono. Fin qui abbiamo prospettato alcune soluzioni che per funzionare hanno bisogno della rete (e possibilmente, per evitare di consumare molti gigabyte, di una connessione wi-fi). Ma qualora questa condizione non fosse possibile, esiste anche una possibilità diversa. Infatti i sistemi operativi iOs e Android, presenti sugli smartphone, consentono di fare telefonate multiple. Una volta chiamato il primo dei destinatari, è sufficiente scegliere l’opzione “aggiungi” per contattare, contemporaneamente, anche altre persone (posto che siano un numero contenuto, solitamente non più di 3 o 4). La chiamata di gruppo viene calcolata dal gestore telefonico non come una semplice telefonata, ma come la somma delle chiamate singole.

Quanto ad altre piattaforme, come Google Meet o Google Classroom, il nostro comitato informatico sta cercando gradualmente di testarle, per valutarne l’accessibilità.

In conclusione viene spontaneo un commento. L’attuale situazione ci sta spingendo ad approfittare più a fondo delle risorse messe a disposizione dalla rete. Riteniamo che questa condizione (seppur nata da una circostanza dolorosa) possa, nel tempo, trasformarsi in un’opportunità. Naturalmente tutti ci auguriamo di poter tornare presto a incontrarci di persona, come sempre abbiamo fatto, perché lo stare insieme è l’anima della nostra associazione. Ma anche in futuro continueremo a usare le risorse della rete per raggiungere tutte quelle persone che, per la distanza o perché costrette in casa dalla necessità, non potranno essere con noi fisicamente. E speriamo che questo ci aiuti a essere ancora più vicini ai nostri soci e ai nostri amici.    

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