Dieci buone pratiche per accogliere in ospedale le persone con disabilità visiva

Immaginate un improvviso ricovero in pronto soccorso o anche solo una visita in un ambulatorio medico. Immaginate di chiudere gli occhi e di dover decifrare ciò che accade basandovi esclusivamente su suoni, rumori, sensazioni tattili e odori. Se per chiunque il contatto con il mondo ospedaliero può essere destabilizzante, una persona cieca o con grave minorazione visiva si trova ad affrontare una serie di ulteriori difficoltà che, se non vengono gestite nel modo corretto, rischiano di compromettere il percorso di cura. Ecco perché è fondamentale che il personale medico (e in generale le figure professionali attive in ambito sanitario) abbiano una conoscenza della disabilità visiva e sappiano come comportarsi in presenza di persone non vedenti o ipovedenti. Nasce da questa consapevolezza il decalogo dell’accoglienza ospedaliera, una serie di semplici suggerimenti pratici che la nostra sezione territoriale UICI Torino rivolge a chiunque lavori negli ospedali.

Il 5 febbraio il testo è stato reso pubblico durante un momento di confronto organizzato dalla Città della Salute e della Scienza di Torino. Il decalogo prende in considerazione essenzialmente due aspetti: il personale e la struttura.

Il personale

Il punto di accoglienza è il primo luogo di contatto ed è importante che la struttura, con tutto il suo personale, riesca a trasmettere al paziente fin dal primo approccio un senso di attenzione, funzionalità e sicurezza.

Circa l’80% delle informazioni che arrivano al cervello passano attraverso la vista, ma chi non vede – o vede poco – utilizza gli altri sensi per interagire con il resto del mondo. Ci sono una serie di semplici suggerimenti da tenere in considerazione per approcciarsi correttamente a un disabile visivo. In ogni caso evitate i comportamenti caritatevoli o eccessivamente protettivi, mantenendo lo stesso atteggiamento che avete con tutti gli altri pazienti.

Ecco di seguito le regole da seguire nell’accoglienza e nella gestione dei pazienti con disabilità visiva:

1. In fase di accettazione, segnalare preventivamente a tutto il personale la presenza di un paziente disabile visivo: in questo modo anche gli altri operatori si prepareranno ad accoglierlo al meglio.

2. Anche in presenza di un accompagnatore è preferibile rivolgersi alla persona cieca.

3. Presentatevi sempre con il vostro nome e il ruolo che ricoprite in struttura. Se dovete allontanarvi, anche per brevissimo tempo, comunicatelo.

4. Se il paziente disabile visivo non è accompagnato, prima di lasciarlo seduto o in barella ad attendere in qualche luogo è necessario descrivere la situazione e informarlo su come poter chiedere aiuto al personale in caso di necessità.

5. È sempre importante utilizzare le descrizioni verbali con il paziente cieco o ipovedente al fine di compensare la mancanza del controllo visivo. In particolare, descrivete ciò che state facendo, ad esempio “procediamo alla disinfezione della ferita, prendo il materiale garza e disinfettante” e così via. Ricordate che alcune parole/espressioni come ad esempio “faccia così” (indicando il gesto) hanno poco significato; se si desidera che la persona, soprattutto se in condizione di cecità, effettui un movimento o assuma una posizione, è necessario fare una dettagliata descrizione o accompagnare fisicamente il movimento, senza forzarlo.

6. Qualora il paziente cieco debba utilizzare una carrozzina o distendersi su una lettiga, spiegate come questa è posizionata rispetto alla sua persona, e guidatelo verbalmente nei movimenti. Allo stesso modo fate toccare con la mano dove si trova lo schienale della sedia o il tavolo, in modo da permettere al paziente un corretto orientamento nell’ambiente in cui si trova.

7. Se il paziente cieco ha necessità di essere accompagnato, offrite il vostro braccio. Generalmente preferirà appoggiarsi al gomito, posizionandosi un passo dietro di voi, in modo da poter seguire il vostro movimento anticipato di un passo e percepire gli ostacoli per tempo. Avvisatelo sempre e comunque di possibili impedimenti, come ad esempio la presenza di scale in salita o in discesa, magari anche indicando il numero di scalini che state per affrontare.

8. Dedicare il tempo adeguato all’esame del paziente disabile visivo senza mettergli fretta. Ricordatevi che gli altri sensi richiedono tempi più lunghi per acquisire le stesse informazioni che provengono dalla vista

9. Chiedere se in fase di visita il paziente disabile visivo gradisce la presenza dell’accompagnatore.

10. Chiedere senza imbarazzo come si può essere utili al paziente disabile visivo. Questa abitudine viene molto apprezzata perché viene percepita come segno di attenzione.

La struttura

Ci sono tutta una serie di accorgimenti che devono essere messi in atto per favorire la mobilità dei disabili visivi negli ambienti non conosciuti.

I percorsi principali devono essere riconoscibili, per questo si possono utilizzare dei percorsi tattili o pavimentazioni differenziate.

È possibile realizzare delle mappe tattili o delle riproduzioni tridimensionali che consentono una migliore comprensione della disposizione spaziale dei servizi e dei relativi percorsi.

Evitare la collocazione di ingombri o elementi di arredo sui principali percorsi di accesso agli ambulatori o al centro delle sale di attesa. Questi elementi potrebbero costituire ostacolo all’utilizzo di alcune aree da parte dei disabili visivi.

Utilizzare una buona illuminazione degli ambienti e contrasti cromatici per gli ipovedenti.

Utilizzare segnaletica con caratteri ingranditi e ad alto contrasto per gli ipovedenti.

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